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Dopo il terremoto arriva la buona musica italiana di Niccolò Fabi, di Malika Ayane, di Fiorella Mannoia e di tanti altri artisti italiani per scoprire i luoghi più belli delle Marche, ma anche più sfortunati a causa del terremoto attraverso ‘RisorgiMarche’: un festival di tredici appuntamenti voluto da Neri Marcorè per contribuire alla rinascita di una terra messa in ginocchio dal sisma, che interesserà le province di Ascoli Piceno, Fermo e Macerata.



Si inizia domenica 25 giugno alle ore 17 a Forca di Presta, Arquata del Tronto, con Niccolò Fabi & Gnu Quartet, si finisce il 3 agosto al Santuario di Macereto a Visso con Francesco De Gregori, con ingresso libero; al pubblico è chiesto di lasciare i prati puliti come sono stati trovati.

RisorgiMarche offrirà un’opportunità di visibilità ai produttori locali e agli artigiani che hanno dovuto interrompere o ridurre la propria attività e che in occasione dei concerti potranno vendere i loro prodotti in apposite aree, come ha raccontato Neri Marcorè, ideatore del festival:

“RisorgiMarche nasce dalla volontà di contribuire alla rinascita di una terra messa in ginocchio dalle scosse sismiche registrate l’anno scorso in centro Italia. Il solo territorio marchigiano rappresenta il 57% del totale delle aree colpite: il numero degli sfollati pari a 32.000 persone, 131 comuni coinvolti su 229, interessato il 30% dei lavoratori e il 24% delle imprese, quasi 1.000 chiese lesionate, 2.600 le opere d’arte gravemente danneggiate. Cifre impressionanti”.

Neri Marcorè ha raccontato che voleva sostenere il territorio in qualche modo, finchè è arrivata l’idea: “Ero stato ad Arquata i primi di settembre scorso per cercare di capire quale tipo di sostegno concreto potevo portare ai cittadini dell’alto Tronto ma dopo la seconda, violenta scossa del 30 ottobre, mi sono reso conto che se volevo intraprendere un’iniziativa, questa doveva abbracciare tutte le comunità interessate, avere un respiro più ampio di una semplice, per quanto utile, raccolta fondi, per portare affetto e solidarietà a quelle persone costrette a cambiare vita e prospettive da un giorno all’altro.

Questo, ovviamente, senza sovrappormi ai compiti della politica. Da allora ha cominciato a prendere forma e corpo l’idea di un festival diffuso nel territorio che potesse richiamare gente da tutta Italia, e magari stranieri, ed è stato naturale pensare al coinvolgimento di artisti di grande levatura, amici di comprovata sensibilità e generosità, tant’è che hanno aderito immediatamente, che rappresentano il cuore di RisorgiMarche”.

Ha quindi ringraziato gli attori aderenti ed ha spiegato i vantaggi dell’iniziativa per il territorio: “La mia personale riconoscenza e gratitudine a Niccolò, Stefano, Francesca, Roberto e Raffaele, Malika, Daiana, Luca, Rosalino, Enrico, Paola, Toni, Samuele, Daniele, Luca e Fiorella, Dario, Max e Francesco. Il paesaggio, la natura, l’ecologia sono il terzo cardine del Festival.

I concerti si svolgeranno in siti suggestivi, meravigliosi: i palcoscenici saranno i prati panoramici più belli delle Marche, la scenografia rappresentata dalla cornice dei Sibillini e da cieli azzurri, la luce garantita dalla benedizione e benevolenza del sole pomeridiano. I vantaggi sono molteplici: il bassissimo impatto ambientale, non ci sarà infatti bisogno di luci artificiali e l’energia per la strumentazione sarà garantita da accumulatori; i veicoli a motore verranno lasciati a debita distanza, fuori portata, poiché l’unico prezzo da pagare saranno il sorriso e la buona disposizione, misti al piacere di camminare o pedalare per raggiungere il luogo dello spettacolo insieme alle altre persone.

La capienza illimitata: trattandosi di prati, i posti non saranno numerati né tanto meno potranno esaurirsi. Bisognerà solo munirsi di plaid o cuscini per sedersi sull’erba. La sicurezza: sono luoghi aperti, senza barriere se non naturali, accessibili fin dal mattino e godibili, volendo, anche dopo la fine del concerto; il pubblico dovrà lasciarsi pervadere dalla proverbiale lentezza marchigiana, lasciando possibilmente a casa stress e preoccupazioni e rispettando gli inviti degli organizzatori e il lavoro degli artisti e degli operatori”.

Quindi la kermesse è una scommessa per riportare le zone colpite dal sisma al centro dell’attenzione: “Una scommessa personale, per la quale chiederò la complicità del pubblico, sarà quella di lasciare i prati dei concerti puliti come sono stati trovati; le aree saranno munite di appositi contenitori diversificati ma, nel caso, gli stessi zainetti e borse che conterranno acqua e panini potranno benissimo custodire anche le bottiglie vuote e i sacchetti accartocciati.

RisorgiMarche offrirà una piccola ma significativa opportunità di visibilità a tutti quei produttori locali e artigiani che hanno dovuto interrompere o ridurre la propria attività commerciale in seguito al sisma: potranno esporre e vendere i loro prodotti in apposite aree attrezzate, allestite in punti strategici, a ridosso o nel paese del comune di riferimento del concerto, comunque non troppo lontane dai parcheggi.



Quest’avventura che oggi spiega le ali e spicca un volo che tutti ci auguriamo lungo, proficuo e memorabile, si è resa possibile anche in virtù dell’adesione di preziosi compagni di viaggio che si sono innamorati del progetto e mi hanno generosamente affiancato fin dal momento in cui gliene ho parlato, durante una cena avvenuta circa 6 mesi fa, a Porto Sant’Elpidio: Giambattista Tofoni, insostituibile sodale di tanti progetti cui mi lega una complicità adamantina, frutto di un’amicizia pluriennale, fratello di pedalate e successivo recupero calorie, organizzatore di eventi internazionali in campo jazzistico, che ha messo gratuitamente la sua esperienza e il suo lavoro a disposizione del Festival;

Raimondo Orsetti, dirigente della Regione Marche a cui mi lega un consolidato rapporto di affetto e stima personale per la passione che mette in ciò che fa, che mi ha garantito sulla fiducia, e senza porre condizioni, tutto il supporto e l’aiuto di cui avrei avuto bisogno da lì in avanti; Alberto Mazzoni, illuminato imprenditore del settore agroalimentare, enologo coi contropifferi, amico schietto e pregevole come il nettare trascendentale che spesso somministra, che col suo sguardo ampio ha subito intuito le potenzialità del Festival, fornendo immediatamente suggestioni e sostegno finanziario; Paolo Petrini, che quella cena preparò con le sue mani sante (forse dobbiamo ancora smaltirla…) e che ci benedisse”.

Simone Baroncia

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