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Sabato 30 marzo alle ore 17,30 sarà inaugurata al Politeama di Tolentino la mostra fotografica di Paolo Cudini, ‘Oltre il muro’: il foyer ospiterà gli scatti che raccontano, partendo dalla strada, l’umanità nelle sue mille sfaccettature.



La mostra sarà visitabile tutti i giorni dalle 17,00 alle 20,00 con ingresso libero, fino al prossimo 20 aprile. A tal proposito il prof. Giorgio Cipolletta, docente all’università di Macerata, ha scritto: “L’obiettivo di Paolo Cudini cattura la bellezza autentica di ogni città ‘invisibile’ attraverso i volti e i dettagli delle persone che la attraversano e i suoi interstizi. Anime ribelli, gioiose, malinconiche, distrutte o felici emergono in un ritratto vivo, pulsante.

La strada ha quel sapore felliniano acuto e intelligente che abbraccia in maniera genuina la poetica neorealista. Lo scatto divora l’attimo straordinario, lo assorbe per poi riversarsi su chi guarda le foto e ne viene coinvolto, perfino meravigliato.

cudiniOltre il muro è un viaggio fotografico plurale che parte dalla ‘strada’, quella più intima, e si eleva al cielo con ali di gabbiano odorando di libertà, la stessa conquistata da Jonathan Livingston o quella disperata del gabbiano di Checov. Un atlante umano, una geografia dei volti e della natura che danzano insieme, come un volo d’ape che raccoglie il succo della vita.

Le storie, i luoghi, gli spazi di Paolo Cudini sciolgono persino la neve e riscaldano i cuori più freddi. La geografia visiva e visuale del fotografo supera le barriere e i muri innalzando un inno alla libertà con un grido che disperatamente strattona l’anima come dentro la canzone My Way interpretata da Frank Sinatra”.

Paolo Cudini nasce a Macerata il 23 maggio 1963 e all’età di 15 anni scopre la fotografia guardando un programma alla tv dove qualcuno affermava che è più importante fotografare le persone perché i monumenti restano mentre le persone cambiano; prende la macchina fotografica dei genitori e comincia ad entrare nel suo mondo di scatti e immagini. Iniziano i primi scatti, a volte imperfetti a volte particolari.

Nel 2005 in preda ad una vera e propria crisi esistenziale decide di chiudere con il passato e brucia l’intero suo archivio fotografico lasciando solo qualche foto. Ma la passione cova sotto la cenere e nel 2010 riprende in mano una macchina fotografica, questa volta digitale e la sua avventura continua fino ai nostri giorni.

Il suo lavoro ben si inserisce nel contesto della ‘Street Photography’, come ha scritto il critico d’arte Armando Ginesi: “Paolo Cudini è uno “scippatore” di verità che imprigiona, sin dall’intimità più profonda, i soggetti scelti, li rapisce e chiama tutti noi a compartecipare alla gioia, al dolore, all’indifferenza, all’espressione maligna, invidiosa, divertita, di chi diventa ignaro oggetto del suo obiettivo fotografico.



Un soggetto tra i soggetti, il quale agisce dentro situazioni emozionali che vive, registra e dona. Fotografo di strada perché è principalmente nelle strade che va a cercare stimoli di ogni tipo per soddisfare il suo desiderio di raccontare (raccontarci) l’umanità nelle sue mille sfaccettature”.

Simone Baroncia

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